lunedì 1 marzo 2010

passano i bastimenti

dopo essermi rotto le ossa per tutta la notte su un treno fetente fino a ventimiglia, scopro che i francesi scioperano a tempo indeterminato e che quindi il mio biglietto con destinazione aix-en-provence, dal confine in poi, non vale più un cazzo. succede in un momento imprecisato tra le cinque e le sei del mattino, il mio cervello prenderà servizio non prima di tre ore da adesso, quindi al momento sono a corto di idee. si deve vedere parecchio, visto che più o meno tutti gli altri passeggeri della carrozza in cui sono sistemato si sforzano di darmi qualche consiglio. ti conviene tornare indietro, grazie ci penserò, ma lo sai che san remo in questa stagione è davvero bella, grazie lo terrò presente, ma lo sai che se riesci ad arrivare fino a menton, poi c'è un pullman privato che forse funziona, grazie buono a sapersi. non riesco nemmeno ad essere preoccupato, quindi faccio l'unica cosa che uno bloccato a ventimiglia, più o meno a metà strada tra il luogo di partenza e quello di arrivo, possa fare tra le cinque e le sei di un mattino di metà dicembre.
cerco un bar.
barista un caffè, che poi chi lo sa se a ventimiglia lo si può ancora chiamare caffè o già è diventato ciofeca. ecco il caffè al signore, grazie. zucchero, giro, sorseggio. buono sto caffè, barista ti sei guadagnato un cliente, veramente io preferirei una mancia. il barista c'ha ragione ma io la mancia non glie la lascio lo stesso.
neanche faccio a tempo ad uscire dal bar che incontro un tipo, un canadese fuori di testa, che mi si rivolge con spiccato accento dei parioli. le sei ore successive sono così assurde che credo di averle sognate. jean francois, così si chiama il matto, dice di fare per professione il rappresentante di una fabbrica d'armi, dice pure che è famoso, in italia, è stato pure da mauriziocostanzoshow, ci è stato perché ha tentato di rapire i due figli alla ex-moglie italiana che non voleva più farglieli vedere (e chissà come mai!?). in effetti è credibile questo fatto che, se fai qualcosa di sbagliato, da noi vai in tv, mica in galera, ma secondo me, questo è solo un cazzaro, magari un tantino al di sopra della media. vai a sapere il motivo, mi lascio convincere a seguirlo, forse perché non so come dirgli di no, forse il fatto è che, con quegli occhi spiritati e la parlantina a scatti, mi fa veramente paura sto tipo. comunque sia, rimango coinvolto in una serie incredibile di autostop a catena, nel tentativo di utilizzare una macchina della polizia di montecarlo come taxi abusivo e l'ultimo pezzo del viaggio fatto estorcendo un passaggio a pagamento a un furgone, che non glie ne fregherebbe un cazzo di arrivare fino a nizza per noi. ma jean francois non è tipo che accetta un no come risposta e quello alla fine si fa convincere.
sul lungomare di nizza, mentre ormai temo che non riuscirò mai più a scollarmi lo psicopatico dalla giubba rossa (si fa per dire), quello trova un tipo disposto a portarlo in moto fino a marsiglia, dove lo attende un aereo che, non ho capito bene perché, deve prendere assolutamente, questione di vita o di morte, dice lui. mentre lo vedo sparire sulla motoretta, mi viene da pensare che forse così cazzaro poi non doveva essere e a ripensarci un certo brivido mi corre dietro la schiena.
una volta solo, mi guardo intorno e mi viene da pensare che ora sì che sono davvero fottuto. è praticamente impossibile per uno come me, che ha 19 anni e mezzo, in tasca solo settantamila lire e un biglietto del treno, valido esclusivamente da ventimiglia a scendere, che per di più non parla una cazzo di parola in francese, anzi una sì, merci, ma la pronuncia male, per uno così, dicevo, è impossibile arrivare fino a destinazione, a quasi 200 km da dove sono adesso. quasi quasi mi viene da piangere.
mi sistemo su una panchina per riflettere e un barbone si mette a fissarmi, devo fare pena anche a lui, penso, con la faccia appesa che mi ritrovo o forse è preoccupato che stanotte gli rubi il giaciglio. a un certo punto mi dice pure qualcosa che, a giudicare dal tono, non deve essere molto cortese. io non so come rispondere, quindi gli dico, merci, e me ne vado.
a spasso per un altro po'. però questa cacchio di nizza è bellina, c'ha una passeggiata sul mare veramente niente male. sarà per il sole di dicembre, che uno non se lo aspetta, sarà per il fatto che alle panchine ho capito che è meglio se non mi ci avvicino, ma mi viene in mente che il posto migliore dove riposare un po' e magari vedere se il cervello si rimette a funzionare, forse è proprio la spiaggia.
infatti col culo sulla sabbia tutto sembra più semplice. sono a piedi nudi, vestito con un discretissimo maglione arancione a spine di pesce blu e verdi, è un regalo di mamma per natale scorso, brutto in culo ma caldissimo e, siccome stavo andando in francia, quindi al nord, ho pensato che era meglio vestirsi pesanti, adesso sono in spiaggia coi francesi che mi guardano e pensano, però quel barbone che bel maglione arancione che c'ha, adesso sono qui e pure se non so che fare, già mi sento un pochino meglio.
è più o meno allora che mi accorgo di quante navi stiano passando davanti a me. partono, arrivano, chi lo sa che fanno o dove vanno e chi lo sa perché. a guardarle mi passa del tutto la preoccupazione, anzi, quasi quasi mi sento felice. guarda che bello il mare anche fuori stagione e guarda queste navi che, pure se sono lente a comparire e poi a sparire, mi sembra che coi loro tempi lunghi e i loro modi pacati ci hanno capito tutto della vita.
credo che il sonno mi sia arrivato proprio mentre pensavo quella cosa lì delle navi. una delle migliori dormite della mia vita.

3 commenti:

boccaccino ha detto...

ahhh. proprio come dopo che hai bevuto un bel bicchiere d'acqua. non voglio usare la parola arsura che mi sembra abusata. quindi mi fermo a bicchiere d'acqua, che tanto si capisce uguale. ahhh.

Lupo ha detto...

e mentre tu t'intrattenevi transalpe, il tuo coinquilino ospitava una collega dell'universita' (facolta' di Lingue - sic!) per una sessione intensiva di studi: Storia della Musica, materia poi passata brillantemente con un 27/30. Ah, quanto e' bella giovinezza, che si fugge tuttavia, si chimava MariaPia(?), del suo nom' non v'e' certezza!

Luigi ha detto...

caro coinquilino, se ti leggesse tua moglie, non penserebbe come il sottoscritto che sei un cretino... : )