martedì 11 gennaio 2011

sheol


quando andremo all'altro mondo, a seconda del modo in cui preferiamo prenderci in giro, finiremo per trovare fiamme ardenti e figure mostruose a torturarci in eterno oppure cori di beati e aliti celestiali, che non devono essere tanto più rilassanti. oppure uno stuolo di vergini e intere mandrie di fantastici destrieri (ammettiamolo, anche questo privilegio da sceicchi alla lunga stancherebbe chiunque), o altre vite, su altre vite, su altre vite, a rendere l'esistenza una sorta di brodaglia indistinta di ripetizioni apatiche.


deve essere per questo che nell'antico testamento gli ebrei delle origini, togliendosi dall'imbarazzo, risolvevano la cosa inventandosi 'sheol'. dopo morti, per i primi figli di adamo si finiva lì, indipendentemente da se si fosse stati fedeli o meno, da se ci si fosse comportati bene oppure no. un posto buio in cui si era semplicemente lontani dalla luce di dio.


insomma, se proprio devo credere a qualcosa, spero avessero ragione loro. il fatto è che io fin da quando sono bambino proprio non lo sopporto di dormire con la luce accesa.