lunedì 30 marzo 2009

fotografare finalmente

dopo tutto il tempo passato a pensare alle foto per "memoria muta" e con l'unica lodevole eccezione del viaggio americano, erano davvero mesi che non facevo sul serio con la macchina fotografica tra le mani, che non puntavo l'obiettivo, avendo in testa qualcosa da realizzare. ah, che soddisfazione!

sono ritornato a vedere la lavorazione dell'alluminio, per completare un progetto iniziato l'anno scorso, cioè come rendere per immagini la calda, umana perizia artigianale anche in un contesto di produzione apparentemente così freddo.

si tratta di un lavoro a cui tengo molto, anche perché ha delle finalità commerciali e, da un certo punto di vista, è una scommessa che si possa prendere foto del genere e poi usarle per fare pubblicità.

come sempre, mi sono soprattutto divertito a scoprire cosa sono in grado di afferrare con gli occhi, prima ancora di rendermene bene conto col pensiero.

non so se sia per tutti così, ma a me capita di scattare avendo in testa pochi, pochissimi punti di riferimento. il filo conduttore, che pure seguo, diventa chiaro ed evidente solo alla fine e questa cosa mi sorprende sempre un po'. in pratica, quando vado a fare foto, non so mai bene fino in fondo come sarà il racconto che riporterò indietro!
se poi ne sia valsa la pena non posso giudicarlo da solo.

giovedì 26 marzo 2009

respirare

poi arrivi al mare e ti domandi, ma com'è che ci è voluto così poco? pensi che deve essere stato perché eri sovrappensiero. essere sovrappensiero è un poco come stare soli. certo che col mare che ti osserva di riflesso ed il vento salmastro che rinfresca i raggi di un sole palliduccio, non è proprio il momento adatto per pensare alla solitudine.
è da quando ero un ragazzetto che vengo in costiera, almeno una volta all'anno. ci vengo ormai per tradizione consolidata, a meditare su me stesso. l'ho fatto davanti a un piatto di linguine ai frutti di mare, a passeggio per scalinate interminabili, con un ramoscello di rosmarino tra i denti, immerso in negozi di corallo o in cartiere, l'ho fatto su barche e pullman, seduto su qualche tomba al cimitero, guardando le turiste tedesche, in bilico lungo il sentiero degli dei.
ogni volta sono arrivato con domande confuse e quando sono ripartito tutte erano molto più chiare e sensate. le risposte, quelle non le ho mai trovate, quelle devi cercarle altrove. in costiera, al tempio, come la chiamiamo in famiglia, si smette di stare in apnea e ci si concentra solo sulle cose importanti, tipo respirare, camminare lentamente, guardare tutto, sempre.

ho fatto il conto: era il 1996 la prima volta che ci sono stato, da allora ci sono venuto 20 volte in 13 anni. ci ho dormito solo una volta, mangiato 15, fatto il bagno in sole 4 occasioni, fatto foto solo 2 volte. in 3 casi ci sono stato da single, 1 volta ci sono andato da solo, 2 volte ho riportato un regalo per qualcuno, non ho mai portato via niente per me. non ho mai pianto in costiera. ho visto piovere una sola volta, non ho mai conosciuto nessuno e mai sono andato per conoscere qualcuno. non l'ho mai condivisa con una donna, anche se avrei voluto. tutte le volte, però, ce ne è stata una nei miei pensieri e non sempre si è trattato di una donna reale.

domenica 22 marzo 2009

una vita da lettore

è proprio vero che le idee migliori vengono tutte le volte... agli altri. anzi, alcune sono così buone da essere praticamente sempre esistite, ovunque tranne che nella propria testa.

ho appena finito di leggere un libro che non è un libro, ma la raccolta di una serie di recensioni sui libri letti da uno scrittore, o anche su quelli non letti ma solo acquistati, di cui naturalmente non si fa nemmeno la recensione. insomma, un libro da niente che raccoglie scritti sul nulla... metaletteratura direi. e non finisce qui...
il libro si chiama "una vita da lettore" e lo scrittore è nick hornby, inglese, 52 anni (non so che cazzo ve ne farete di questa notazione cronologica ma ho pensato ci stesse bene). ho letto alcuni suoi romanzi e mi sono piaciuti, così questo libro è stato acquistato sulla fiducia. ora, il problema di leggere un libro sui libri che legge uno scrittore di libri inglese (mi state seguendo? o ho usato troppe volte la parola libri?) è che tutto quello che legge solitamente esce dalla penna di altri scrittori inglesi, massimo massimo americani. eh sì, perché un po' si butta sui suoi classici, un po' sceglie libri di suoi amici scrittori (guarda caso tutti inglesi pure loro), un po' è la sua casa editrice che gli manda bozze di libri di giovani scrittori anglofoni (anche se sarebbe più preciso scrivere anglografi, se questo termine esistesse!) che vorrebbe lanciare. praticamente a parte dickens (charles, per gli amici come hornby, per me che non ci tengo particolarmente, va bene anche dickens) mi sono trovato a leggere recensioni di libri e di autori che non ho mai sentito nominare, che non leggerò mai e che per la maggior parte non arriveranno mai in italia.

allora vi starete chiedendo il motivo di tutto questo papiello. è semplice... come almeno il 75% dei 4 frequentatori di questo blog ben sa (mattia, ora lo sai anche tu!), mi piace molto leggere. d'accordo, non sarò certo l'unico e nemmeno il migliore lettore che ci sia (sono lento, a volte mi scordo di mettere il segno dove sono arrivato e devo ri-leggere veloce pagine su pagine prima di ri-raggiungere il reale punto di partenza, assumo pose esteticamente riprovevoli, quando sono particolarmente preso da quello che sto leggendo... e potrei continuare) ma siccome spesso mi capita di consigliare letture a qualche amico, mi è sembrato ingiusto escludere proprio voi quattro del blog dalla possibilità di sapere cosa penso dei libri che leggo.
vi annuncio, dunque, ufficialmente che da oggi, un volta al mese, posterò la recensione di uno o più dei libri che mi capiterà di leggere nel frattempo. magari a voi non fregherà un cazzo ma io ottengo il doppio risultato di essere sempre costretto a leggere almeno un libro che valga la pena di recensire ed inoltre di conservare una traccia scritta di quello che leggo (visto che ormai sono arrivato al punto di non ricordare più nemmeno i libri che ho letto sei mesi fa, eppure ce ne deve essere stato qualcuno di determinate per la mia crescita personale e la mia formazione di uomo e di cittadino, dedito alla patria ed all'onore... vabbé è per la sindrome dell'archivista, lo ammetto, la patria e il focolare e tutte queste cose qui c'entrano poco).

di nick honby non mi sento comunque di consigliarvi "una vita da lettore", anche se a tratti il suo sense of humour è davvero dissacrante (se poi siete appassionati di libri che non leggerete mai anche voi come me, allora è un'altra storia, qui ne trovate a bizzeffe). potreste leggere "alta fedeltà" che, invece, è sufficientemente leggero da scorrere come un bicchiere d'acqua e da non farvi sentire in colpa, se vi ritrovaste a riflettere sulle relazioni d'amore e quella fase, in cui tutti passiamo, quando capita di rendersi conto di cosa faremo da grandi, senza più meditare su cosa vorremmo fare. se poi le due cose finissero per coincidere...

martedì 10 marzo 2009

nature e venature

amo i gesti imprecisi
uno che inciampa, l'altro
che fa urtare il bicchiere,
quello che non ricorda,
chi è distratto, la sentinella
che non sa arrestare il battito
breve delle palpebre.
mi stanno a cuore
perché vedo il loro tremore,
il tintinnio familiare
del meccanismo rotto.
l'oggetto intatto tace, non ha voce
ma solo movimento. qui invece
ha ceduto il congegno,
il gioco delle parti,
un pezzo si separa,
si annuncia.
dentro qualcosa balla.

questa poesia di valerio magrelli è un po' quello che mi piacerebbe saper fermare in fotografia. anche, è un po' quello che mi affascina delle persone. chi non sa bene cosa, chi ha molto da farsi perdonare, chi ha i propri segreti, sono loro che mi scaldano sempre.

domenica 1 marzo 2009

fanculo...

fanculo ai medici, agli avvocati, agli architetti ed ai professionisti tutti. fanculo agli indecisi, ai sicuri di sé, agli innamorati, ai pigri, agli scrittori e pure ai cantanti. fanculo ai calciatori, alle ballerine, ai tipi concreti ed al loro fascino. fanculo agli archeologi ed ai ricercatori. fanculo a tutti quelli che non amano viaggiare e pure a quelli che non farebbero altro. fanculo agli amanti, agli addormentati, agli insonni, soprattutto agli insonni. fanculo alle labbra morbide ed ai capelli lunghi. fanculo ai week-end, agli after hours, ai bed&breakfast, agli snacks, ai cocktails e pure a facebook. fanculo a tutti quelli che mi sono dimenticato e a tutti quelli che salverei. fanculo a te e naturalmente, più di tutti, a me stesso.

nota per gli eventuali lettori - non prendetela a male, è che voglio troppo bene a tutti i sopraindicati, perché mi rendono la vita impossibile e per fortuna poco noiosa!
questa cosa la dedico a quel faro nella notte che è charles baudelaire, al suo invito al viaggio. dopo una serie di considerazioni personalissime sono giunto alla conclusione che a lui una cosa così sarebbe piaciuta più di una citazione. e poi ci ho provato gusto...