martedì 14 giugno 2011

periplo


non so che ti farei
accarezzerei fin dentro
coi denti i gorghi tuoi
frugherei con gli occhi
e a nuoto andrei
da un morso all'altro
fin dove non si tocca
tra il ventre tuo
e la bocca.

'liberamente tradotto da un poeta arabo anonimo del XVI secolo'

oscurantismo


arrivo in città in anticipo. pacevecchia, un quartiere che non si è mai capito cosa sia. sono qua perché devo fotografare uno dei quattro candidati a sindaco di benevento mentre va a votare. come altri suoi concorrenti, questo candidato qui ha fatto sapere informalmente alla stampa l'orario in cui verrà al seggio e, come tutti gli uomini pubblici di questa città piccola piccola, si sta facendo aspettare. una volta ho letto da qualche parte che la tendenza a comportarsi come 'prime donne' è inversamente proporzionale all'importanza del ruolo pubblico ricoperto. non so se sia sempre così ma, come massima di tipo generale, devo dire che ci prende.

il fatto è che, quando un uomo con una macchina fotografica deve stare in un posto ad aspettare e intorno si muovono persone, allora l'uomo con la macchina fotografica si mette a scattare. e può capitare che si imbatta in un bimbo che spiega al fratellino ancora più piccolo di lui che qualche cattivone ha improvvidamente incollato un manifesto tutto bianco con una orrenda scritta nera messa per traverso proprio sulla faccia di un signore che lì ci aveva già fatto incollare il suo di manifesto.

che facciamo? chiede il più piccolo, telo dico io, risponde l'altro, fai come me. e sotto gli occhi di vigili urbani, carabinieri, presidenti di seggio e scrutatori in pausa sigaretta, rappresentanti di lista assonnati, candidati in incognito, camorristi in missione, semplici cittadini votanti e no, i due teppistelli si mettono a strappare via ampi lembi di quei fogli che il comune appone per oscurare le affissioni abusive.

e io penso che questa sia poesia