sabato 30 agosto 2008


e se uno partisse per un viaggio e poi si rendesse conto che, strada facendo, senza sapere bene come, forse sbagliando a qualche incrocio di quelli poco segnalati, forse perché mentre viaggiava si è tenuto un bel pezzo tra il sonno e la veglia, insomma se uno sospettasse di essere andato oltre la sua meta effettiva? non più avanti o più di lato, ma più sopra o più sotto. i posti sembrano uguali, infinitesimamente simili a come dovrebbero essere, però qui i fantasmi si fregano la tua birra e nessuno se ne accorge. se non fosse per la macchina fotografica, giurerei di averla bevuta quella birra e insieme a tante altre sue sorelle.

martedì 26 agosto 2008

aracnofagia


mi giro. ho caldo, o forse freddo. le lenzuola sono ragnatele aggrovigliate ai polpacci, i piedi mi pulsano come se scoppiassero di sangue e la testa è un continuo tamburellare. la fronte suda e gli occhi si aprono e si chiudono di continuo, alla ricerca delle prime tracce del giorno. intanto mi schiaccia come in un bossolo la notte. mi mordo i denti con i denti e quasi mi slogo una spalla nel tentativo di trovare almeno una posizione che mi dia un po' di pace. ma non c'è niente da fare. il cuore mi pizzica forte, mi battono le tempie e le gambe tremano a tempo lungo il cammino dei sogni, che poi sogni non sono e nemmeno incubi. sono visioni, miraggi, demoni e fantasmi dai contorni violentemente confusi e dalle fauci spalancate e ululanti. ce l'hanno tutti con me, mi girano intorno, mi guardano dritto ma non so proprio perché. sono malato, sono ferito, sono avvelenato. c'è qualcosa che mi mangia dentro e mi contorce fino allo spasimo, fino alla luce dell'alba che ricaccia tutti i tritoni e le sirene nel loro mare.



sono finito alla notte della taranta, in salento. forse avrei dovuto saperlo che sarebbe andata così, che nella polvere dell'arena qualche ragno avrebbe punto anche me.
oppure è stata colpa della cena.


martedì 5 agosto 2008

il demiurgo


"ora, quando l'artefice, guardando sempre a quello che è nello stesso modo e giovandosi di così fatto modello, esprime la forma e la virtù di qualche opera, questa di necessità riesce tutta bella...", Platone, Timeo.



flaviano all'opera. che volete farci, la genialità è un vizio di famiglia!