sabato 19 giugno 2010

una terra chiamata saramago

questa notte ho fatto un sogno. sì, proprio io che non sogno mai, stanotte l'ho fatto. non è successo mentre dormivo e nemmeno mentre ero sveglio, è capitato da un'altra parte, in un paese straniero. un posto dove le cose avvengono solo con una parvenza di realtà, come le ombre riflesse in una caverna, che uno le crede vere se non ha mai visto altro.

lì, nessuno mi conosceva, ovviamente, ed io non conoscevo nessuno. sono passato ovunque del tutto inosservato. è lì che ho capito di essere di un altro posto, io, perché alla fine avrei voluto ringraziare tutti. grazie a quello che mi ha tagliato la strada con la macchina, che neanche si è accorto di me sulle strisce, grazie alla cassiera del supermercato, dove ho comprato qualcosa, che non mi ha salutato con le solite frasi di circostanza, in effetti non mi ha salutato affatto, non ha neanche alzato gli occhi dal cassettino delle monete, grazie ai passanti che mi sono rimbalzati addosso lungo le strade affollate e persino ai poliziotti che mi hanno cercato i documenti, perquisito, arrestato e poi rilasciato per insufficienza di prove e però non mi hanno chiesto né dato spiegazioni. io me lo sarei domandato, senti ma come mai tu non sei tutto nero come noi, una cosa così io avrei voluto saperla. loro invece no.

mi viene di ringraziarvi tutti, grazie, perché non siete gli altri, quelli a cui tengo, quelli che tengono a me, quelli che mi incastrano con le responsabilità, le decisioni, l'amore, le mamme, i figli, le mogli, le amanti, i cani e i gatti, i colleghi, gli amici. niente di tutto questo. grazie, perché posso non ascoltare le vostre ragioni, perché non provo compassione per voi, perché non condivido le vostre sorti, perché non influenzate la mia, grazie perché non siete costruttori di legami, non per me.

certo, quando è arrivata la mattina e il bianco e nero si è sfumato nel solito mondo di colori, ho pensato che non fosse il caso di indugiare oltre su tali argomenti, perché di sicuro tengo famiglia, perché ultimamente forse pure il lavoro, perché non si sa mai l'amore, perché ho preso degli impegni, per fortuna non ho cani e gatti ma non si può mai dire. insomma a tutti questi pensieri qui io, dopotutto, gli voglio bene. è per questo che faccio l'ipocrita e mi sa che non glie lo dico che nel profondo li odio anche un po'.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Domande. L'ignoranza a volte (nel migliore dei casi) le genera. E' il mio caso: mi accorgo di non sapere qualcosa e, il più delle volte, indago.

Saramago, chi era costui? La domanda era scherzosa e non mi aspettavo di trovare davvero un "costui", uno scrittore e poeta, nella fattispecie.

Ho iniziato così un (breve) viaggio per mare (ho navigato su Internet) alla ricerca di informazioni e subito m'ha colpito un titolo: "Il Vangelo secondo Gesù Cristo".

Una rapida lettura della trama mi ha portato a un'altra domanda (altra da quella che mi aveva spinto a iniziare il viaggio): a Luì, ma quand'è che hai iniziato a leggere Saramago?

Ricordo che già al liceo alcune tue idee sulla religione erano indubitabilmente vicine a quelle del romanzo citato ^_^

Unknown ha detto...

...e ti dirò di più, visto che fino alle 16 non c'ho un cazzo da fare!

Quando ho letto la trama del libro di Saramago su Gesù, m'è tornato in mente un episodio ben preciso.

Correva l'anno 1993, e come correva, e come gli stavamo dietro, ché c'avevamo tanta energia, e tu avevi appena visto un film che io non ho mai avuto il dubbio piacere: "Per amore, solo per amore".

Ricordo che mi raccontasti la trama e che mi feci un sacco di risate per tutti i commenti che ci aggiungesti a contorno ;-)

In realtà mi sa che nello stesso periodo mi raccontasti pure Dracula, quello di Coppola, e mi feci un sacco di risate anche con quello...

Mah! Sarà che la strana malattia (ridarella isterica) che manifesto oggi aveva attecchito già allora?

Luigi ha detto...

"Per amore solo per amore" lo andai a vedere perché prima di vedere il film mi era capitato nelle mie incipienti peregrinazioni letterarie di leggere anche il romanzo da cui è tratto, di Pasquale Festa Campanile, scrittore ma soprattutto sceneggiatore con i controcazzi. Ricordo molto bene le chiacchierate fatte rubando il tempo a (o recuperando il tempo da...) insipide lezioni di chissà quante materie importantissime.
Non sapendo quale libro consigliarti di Saramago, tutto troppo vitale per decidere, ti consiglio proprio lui, Saramago. Non ti pentirai certo di aver fatto la sua conoscenza, te lo posso assicurare.