lunedì 22 dicembre 2008

i cuoricino enneipsilon

vado da starbucks, perché fuori fa davvero un freddo bestia, ho sete e chiedo una coca-cola (con tutte quelle, tutte quelle bollicine) e pedro, l'addetto alla cassa, nero, che mi serve, si fa quattro risate, mi dice che chiedere una cola da starbucks è come chiedere una pizza da mc donald e chiama anche una sua collega, consuelo, nera anche lei, la quale si sganascia e mi dice che è pronta a scommettere che non sono mai entrato prima da starbucks. poi capiscono che sono italiano, si stupiscono che ho lasciato la mancia e vogliono che io gli faccia una foto per ricordo. non lo faccio.
al negozio banana republic seguo mia madre e la mia sister in law (che, se ho capito bene, deve essere mia cognata, visto che tutti chiamano così la moglie di mio fratello) che stanno facendo shopping. mr. sanchez, uno degli addetti alla security, mi si avvicina e mi dice qualche cosa sulla macchina fotografica che porto appesa alla spalla. lui è chiaramente un portoricano obeso e dalla faccia simpatica, io gli prometto che non farò foto all'interno del negozio ma lui mi fa segno che non ho capito niente, voleva solo dirmi che c'ha una macchina fotografica come la mia e vorrebbe sapere come mi trovo con il mega 14-24 mm che ci porto montato sopra. mentre spiego, capisce che sono italiano e si mette a ridere, vuole che ci facciamo una foto insieme, per ricordo. non la faccio.
ordino souvlaki, tsatsiki, e annaffio tutto con un bicchiere di retsina. sono in un ristorante greco. buono. e pure la cameriera, nina, non è niente male. sembra una versione di barbie alta un metro e ottanta, con i capelli nero corvino però. penso che una così non può essere latino-americana, magari è greca. glie lo chiedo. mi dice che ha lontane origini siciliane, di palermo. quasi quasi a lei glie lo dico io che sono italiano, così magari mi sorride e poi vuole farsi una foto insieme ma poi non lo faccio.

vicino casa, sto andando a comprare i broccoli per le orecchiette, il primo vero piatto etnico che mangerò. c'è una chiesa che sembra del 1200 e che invece, con ogni probabilità, la settimana scorsa non l'avevano ancora messa in piedi. la porta è aperta e dentro stanno celebrando. credo sia cattolica ma non me ne frega proprio di approfondire, così giro i tacchi e me ne vado. sulle scale due vecchiette di almeno centotrenta anni ciascuna mi chiedono qualcosa che non capisco. faccio spallucce e vorrei tirare dritto ma loro insistono. sarà perché forse sono morte e non se ne sono accorte, sarà per il freddo glaciale che deve averle surgelate, ma biascicano le parole in una maniera tale che non riesco ad afferrarne nemmeno una. un po' smarrito, sto quasi per sfoderare la mia arma segreta, mo' dico che sono italiano, si fanno una risata pure loro, mi chiedono una foto, io le mando a cagare ed è tutto finito. ma una delle due mi anticipa e per la prima volta mi parla in un inglese comprensibile, anzi dovrei dire in inglese e basta, perché solo ora capisco che prima mi stavano parlando in arabo. dice che mi sta chiedendo da due ore se per caso nella chiesa cattolica di rito libanese dalla quale mi ha appena visto uscire stanno ancora celebrando messa o se è giá finita. vada tranquilla che la messa c'è ancora. si mette sotto braccio l'altra mummia e mentre affronta le scale mi borbotta che dovrei fare qualcosa con le mie origini, che almeno un pochino d'arabo dovrei studiarlo, altrimenti che libanese sono!
mi sembra di aver capito alcune cose: 1) tutti gli inservienti, i camerieri, i commessi sono ispanici, massimo massimo possono essere italiani, che fanno sempre ridere un po'. 2) tolte le comunicazioni di servizio strettamente necessarie, è consentito rivolgere la parola solo a quelli della tua stessa razza, massimo massimo agli italiani, che fanno sempre ridere un po'. 3) se sei italiano, ricorda sempre che il caffè da starbucks fa schifo. 4) è sempre meglio evitare le vecchiette libanesi per strada, per loro non sarai mai un simpatico italiano ma soltanto un libanese maleducato. 5) gli abitanti di new york sono quelli che abitano qui e basta. non è possibile trovare loro una definizione ulteriore. però a tutti loro indistintamente gli italiani fanno lo stesso ilare effetto, che non so se sia proprio un complimento. 6) anche qui i cinesi sono un discorso a parte.

3 commenti:

boccaccino ha detto...

da sturbucks mi sa che non c'è nulla di buono a parte i divani...

comunque aggiungerei un punto sette: le vecchiette libanesi a new york partecipano a riti religiosi presumibilmente cattolici.

mattia ha detto...

ma alla fine la coke te l'hanno data?

Luigi ha detto...

no... mi sono dovuto "accontentare" di una bottiglietta d'acqua da 5$...

punto 8) gli italiani sono ridicoli